
SOLIDARIETÀ
Pieve del Cairo, 17-04-2020
PS: a tutti sarà inviata ricevuta del versamento via mail
Tutto era iniziato dieci anni fa con la voglia di fare qualcosa per la mia terra natia, che non fosse politica. Ho scelto come primo atto di mettere in salvo, grazie all’aiuto di mia madre, il dialetto, cioè la lingua che per più di un millennio i nostri antenati hanno parlato, con cui hanno esternato le loro emozioni e raccontato le loro esperienze, per evitarne l’estinzione, che comunque non tarderà a venire…
L’entusiasmo mi ha spinto con qualche amico a proseguire, sempre sul piano culturale, nell’intento di “salvare” i valori della nostra cultura locale, attraverso lo studio e la divulgazione dei vari aspetti della storia del paese e del territorio circostante.
La neonata Associazione culturale Aldo Pecora ha voluto seguire le orme del maestro Giuseppe Ponte, benemerito pioniere nel campo dello studio del passato di Pieve, ispirata dai valori che avevano caratterizzato la breve vita del professor Aldo Pecora.
Le nostre pubblicazioni sono lì a testimoniare il nostro lavoro e il nostro attaccamento al nostro piccolo paese, che abbiamo cercato di far rivivere nei suoi momenti belli e meno belli: dall’eroico salvataggio del cardinale De’ Medici prigioniero, alla parabola delle cascine e del mondo rurale, dalle celebrazioni religiose al dì dla festa, dalla leva al rito dell’uccisione del maiale, dai manicaretti lomellini alla magica atmosfera del Caffè…
Un mondo scomparso fatto di persone prima di tutto, ma anche di cose, di case, di sapori, di odori, di saperi (i misté)… di tanta nostalgia.
Avevamo in programma un altro Album di fotografie di famiglia e molti eventi culturali interessanti ma purtroppo ci dobbiamo inchinare al disastro prodotto dall’emergenza Covid-19, che ci ha spediti al gradino più basso dei nostri bisogni, cioè quelli primari: sopravvivenza, salute, cibo, in una parola: primo campare.
Ora purtroppo a questo dobbiamo tutti pensare giorno per giorno, poi verranno pian piano tempi migliori. Ora è importante sentirsi uniti, attivare quei sentimenti di COMUNITÀ, cioè quei comportamenti che erano naturali nei nostri nonni e che spesso abbiamo dimenticato per far posto a uno spiccato individualismo.
I tempi cambiano, ma forse anche ritornano.
Dipende da noi, intanto STIAMO A CASA, difendiamoci e difendiamo, avremo sicuramente tempo per momenti di socialità e di soddisfazione. Non dimentichiamoci di stare “vicini” alle persone provate dal dolore della perdita dei loro cari.
Nel nostro piccolo, come Associazione stiamo cercando di trovare un modo di raccogliere offerte e convogliarle, evitando che vadano nel solito calderone, verso coloro che a causa di questa emergenza ne hanno più bisogno.